domenica 15 giugno 2008

Anna Toscano
















Alcune poesie, da all'ora dei pasti, Lietocolle 2007

non ditemi sempre

non ditemi sempre
l’ovvietà del male

lo vedo lo vedo
il nero catrame dei nostri giorni

cerco un pertugio dove trovare
l’ovvietà della decenza
come uno specchio oblungo
infallibile nel suo porsi




tavolo di marmo chiaro

tavolo di marmo chiaro
deboli zampe di legno
briciole sparse sul piano
un piatto color aragosta
posate spaiate
Iberia, altre Varig o Sabena
tovagliolo grande di carta blu
gocciolio in lontananza
nel lavandino rigato di tè

il frigo è deserto
lo stomaco è vuoto
il forno non funzionerebbe
le mie mani sulle ginocchia

è all’ora dei pasti
che sento il tuo non esserci
la tua assenza mi nutre
sono sazia come non mai

la dieta ringrazia
io felice con lei
ché non mi calza
la tragedia




pelle parole

le parole diventano pelle
non si può parlare
ma sfiorare, toccare

la pelle diventa parole
se ne può parlare
scrivere, raccontare

la pelle parole non sono parole pelle
c'è un ordine di composizione,
di evoluzione

un infinito da rimestare




piastrelle bianche

piastrelle bianche
nel circolo del nulla
lievi disegni geometrici
sotto gli occhi delle sedie

ti cadono i capelli mamma
da quando sei entrata qui

la speranza si consuma tra aghi
il caprifoglio è una vaga inarcatura di ciglia




abbattetemi

abbattetemi, seppellitemi
dove possa sentire il frusciare
delle pagine dei libri
che ho amato o non ancora letto

ardetemi, mettetemi
tra gli scaffali di una libreria
bruciatemi con i miei stivali
e borse e scarpe e occhiali

che sia una eternità
accessoriata e un po’ patacca


Nota bio-bibliografica

Vive da molti anni a Venezia dove insegna Lingua Italiana all’università Ca’ Foscari e si occupa di interculturalità. Giornalista e fotografa, cura iniziative culturali legate alla letteratura e alla poesia per vari enti e società. Ha pubblicato Controsole (Lietocolle, 2004) e all’ora dei pasti (LietoColle, 2007); liriche e racconti sono rintracciabili in riviste e raccolte, sua la curatela di cataloghi, antologie e sillogi. Adora promuovere la poesia ovunque si possa trovare spazio.


Poetica

Ho studiato molto la poesia, condotta all'università dal mio maestro, e la studio tuttora. I poeti che mi hanno più legata sono quelli del filone delle semplicità, da un Gozzano ancora abbastanza sconosciuto, Saba, Penna, e su su fino a Cavalli. Poi la mia tesi su Attilio Bertolucci ha definitivamente spostato il mio baricentro di parole, suoni, colori, ambiti, stile, timbri, sull'immediatezza presunta. Per dirla con le parole stesse di Bertolucci "...esprimere il massimo di realtà profonda movendo dal minimo di realtà visibile quotidiana".
Lavoro molto con parole e immagini, fotografia e poesia, forse con il medesimo procedimento. La poesia, per me, è imporsi di scegliere sempre, come la vita è nella scelta delle piccole e delle grandi cose. Una fatica costante ma che aiuta, salva, rigenera alla luce di se stessi e non di ciò che il mondo vorrebbe per noi. Scelte decisive per la vita quotidiana, come di dettagli, scegliere una parola per un verso, un’idea per una frase, o un oggetto da fotografare.
Scegliere è pensare prima, una questione non solo di forma ma anche profondamente etica.
È una questione di scelta e di tempo: come per impressionare la pellicola è necessario un tempo di esposizione alla luce, un dosaggio sapiente di luminosità e tempo, affinché emerga sulla lastra ciò che deve emergere, ciò che a un primo momento a volte nemmeno so di vedere. Ma con il tempo e la luce giusta affiora. E così è per la parola: prima nella mente, poi inchiostro su carta: con tempi, luci, dosaggi sempre necessari.
La fotografia come la poesia per me sono uno sguardo sul mondo, un modo di guardare che contiene un tempo, una luce, un ascolto, una prospettiva. Il modo di guardare è la via per cogliere un racconto, un senso, un farsi, un disfarsi, un essere, un dire.


‘Afinidades’

Nicoletta Bidoia
Silvia Bre
Anna Maria Carpi
Patrizia Cavalli
Luisa Pianzola
Bianca Tarozzi

Carmen Grattacaso




Poesie da Il luogo e la distanza


Non temere - dicesti.
Non ti accorgi di nulla,
ti culla.

Mi prendesti per mano.
Come mai ignoravi
che sdegnavo l'ebbrezza?

Quando l'onda arrivò
andò sotto l'amore
e divenne di sale.

E mi nacque il sospetto
che tramavi col mare
per disfarti di me.





Il tuo viso mi appare più nero
e più caldo dell'afa
che addosso m'incolla i vestiti.
Non ci siamo capiti.
Riposa.

Domani ti servo il silenzio
e una rosa.





Intratteniamoci di pensieri leggeri
e agli affanni di oggi e di ieri
preferiamo gli inganni
se ci fanno più lievi.





Ho cercato di lui la mancanza,
il gesto che rivelasse la distanza da sé.
Nel suo annullarsi il cuore svelato
s'impadronì di me.
Così annientato, nella sua testa trovai
la mia domanda.

Ci appartenemmo per eccesso
di lontananza.





Genuflessa, cercavo di annodare
alla ringhiera una bandiera, ma la posa
non piacque alle spine della rosa.

Persi così la trama e anche la presa
e la bandiera volò gridando : "Pace!"
sugli attoniti fili della luce.


Nota bio-bibliografica

Carmen Grattacaso è nata a Salerno.
Nel 2005 ha pubblicato la sua prima raccolta di versi Il luogo e la distanza, edizioni Plectica, con la prefazione di Mariella Bettarini e i disegni di Antonio Petti.
Alcune sue poesie sono apparse su Poesia, La Mosca di Milano, Capoverso e la rivista internazionale di poesia internazionale Gradiva.


‘Afinidades’

Antonella Anedda
Mariella Bettarini
Patrizia Cavalli
Gabriela Fantato
Gabriella Maleti

martedì 3 giugno 2008

Alessandra Kemeny















Tre poesie

Immagina 45 millimetri
bianco e nero
soggettiva, fiori nel giardino
piano americano
mio padre
cappello in testa seduto
davanti a un foglio mezzo pieno
inchiostro nero
dita da pugile e un sorriso
più grande del cielo.
immagina, protagonista guarda la camera
piano americano
alza il cappello
e come solo gli gnomi sanno
scappa via
fra funghi e tra cicale
immagina, panoramica
della mia infanzia con mille sogni
ed una sola certezza
anche i poeti ridono.


Vivo solo quando
non respiro
se respiro esisto
la vita sparisce soffocata
dalla pietra gravità
i sogni non cadono come le mele
ed il mio cuore
si appende
all’altalena dell’onirico


Tra la terra e il cielo
vampate di fuoco
tra uomini stanchi di lottare
non si può più neanche perdere
dice il saggio
e se il trofeo era il tuo cuore
ho vinto l’assenza
di un sogno
Inesistenze


Nota bio-bibliografica

Nata a Milano nel 1977, Alessandra si laurea presso la facoltà di lettere e filosofia dell’Università Statale degli studi di Milano. Presenta una tesi di orientamento estetico filosofico sul filosofo spagnolo Ortega y Gasset intitolata “L’avventura dell’artista”, come relatore il prof. Stefano Zecchi. Si trasferisce in Spagna dove lavora quasi 3 anni come redattrice presso la più importante catena alberghiera spagnola, con sede a Palma di Maiorca. Attualmente lavora presso una compagnia aerea internazionale ed è traduttrice (dallo spagnolo all’italiano). Ha pubblicato un libriccino di poesie nel novembre del 2006 presso la casa editrice Lietocolle, intitolato “In via Silenzio”, con prefazione di Tomaso Kemeny. Interessandosi anche al linguaggio cinematografico ha progettato alcuni corti. Attualmente vive a Palma di Maiorca.


Linea poetica

La poesia per me è espressiva, più che comunicativa, lirica oltre che tecnica, soggettiva invece che imitativa del reale. E’ un canto in versi liberi verso il mondo onirico, la porta della fusione fra realtà e sogno, l’unica dimensione possibile per poter esprimere ciò che non può essere detto in una conversazione quotidiana, ma senza allontanarsi dalle parole di ogni giorno. Uno sforzo costante di unione del piccolo con l’universale, un ponte che unisce il reale con i sentimenti eterni ma soggettivi, tra l’oggi ed il mai più, tra la memoria ed il corpo, tra l’immaginazione e la sveglia del lunedì mattina. La poesia per me è un’attesa di un messaggio che viene dal reale per trasformarlo in un una dimensione soggettiva ed universale dell’io, è una promessa in versi liberi, una speranza senza descrizioni che ci dice costantemente che è possibile creare mondi migliori e possibili.


'Afinidades'

Giuseppe Conte
Alda Merini
Davide Rondoni