giovedì 6 novembre 2008

martedì 7 ottobre 2008

SPAGNA: Joan Margarit Premio Nacional de POESIA 2008



Oggi, 7 ottobre, il grande poeta catalano Joan Margarit (Sanaüja, Lleida. 1938) ha vinto in Spagna il Premio Nacional de Poesía 2008, con la silloge Casa de Misericordia, pubblicata da Proa.

Con grande emozione NOMADI MONDI riporta la notizia.
La poesia di Margarit celebra un universo umano immerso nel cambiamento: un'opera che si edifica in un perpetuo movimento, una canzone modulata con dedita e coraggiosa passione.

Un gesto concreto che capovolge la logica delle cattedrali nei deserti:
siamo tutti qui per dare altri nomi alle nostre dimore, a pianeti e pianerottoli.
Forme e nomi semplici, ma anche nuovi e precisi.

Per avere come meta, con l'ausilio del suo armonioso Cálculo de estructuras, una chiave di volta dinamica, solida-le e splendente.

“Pienso que no es una coincidencia baladí que el Cálculo trate de lograr la máxima resistencia y stabilidad con el mínimo de material (en general acero u hormigón) y que la poesía trate de decir el máximo con el mínimo de palabras: al igual que las matemáticas son las más exactas de las ciencias, la poesía es la más exacta de las letras” (Joan Margarit)


Annelisa Addolorato

giovedì 4 settembre 2008

INAUGURAZIONE MOSTRA DI VIDEOPOESIA ITALIANA AL MAC DI CARACAS

NOMADI MONDI torna in Venezuela:

Dal 5 al 26 di ottobre, presso il MAC (Museo di Arte Contemporanea) di Caracas verrà presentata l’importante mostra di video poesia italiana Il viaggio è iniziato - Le forme del verbo, unitamente a una mostra di video poesia di artisti venezuelani studenti della UNIEARTE.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con la UNIEARTE (Università Sperimentale delle Arti) del Venezuela, con l’italo-venezuelano Centro Cultural Tina Modotti, e presenta opere di artisti italiani raccolte e selezionate da Annelisa Addolorato attraverso NOMADI MONDI.

Colgo l'occasione per ringraziare chi in Venezuela sta rendendo possibile la realizzazione di questa mostra. A.A.

venerdì 18 luglio 2008

Biagio Cepollaro





















Immagine di sinistra Ch'ien-II, Biagio Cepollaro 2008

(Il ritratto di Biagio Cepollaro è stato realizzato da Silvia Zanrosso)


Una poesia

III
i sogni vanno all’avan-
scoperta
e tra i due aggrappati
alla cancellata
che sfilano via
per non calpestare
madre terra
sembra che occorra
scegliere
se col senso della mutilazione
arrancare tornando
oppure ritrovata leggerezza
della scimmia
sentire che nulla
manca
che il puer in noi
davvero non è più
da temere
e l’anima
serenamente parla
con folla a volte
festosa
che più
non l’imbarazza
che siamo ognuno ad un certo
punto
del binario
(e qui uno scambio
sarebbe fatale
come la frutta
che trovi fuori
stagione
non tanto il gusto
ti toglie
ma il senso

del tempo che passa
nel giro
compiuto
dell’anno)
che non c’è solo
la paura
della vita
come nebbia generica
che si può
respirare
c’è soprattutto paura
di vedere la vita
che finisce:
la ritirata inevitabile
che desideriamo per noi
vorremmo che fosse
ancora uno stare
alti
senza diminuzione
e dunque la scimmia che scivola
all’indietro
è comunque mossa
in avanti
è tutta presa
senza peso
dal suo andare
‘perché -il tale
diceva-
cosa vuoi realizzare
che ne valga la pena
davvero
cosa, se non l’amore?’
e lo diceva
duro
come uno che non ha voglia
di perdere tempo
in cazzate

ecco eccolo qui
il numinoso:
all’angolo di una via
o nella lacuna
di un sogno
una svolta
dove all’improvviso
il mare
si mette a parlare
con la città
lingua che s’infila
tra due palazzi
e se lo diciamo
è perché esiste davvero
un mare così
esiste ed è il mare
della nostra città
(da lì da quell’inizio
non abbiam fatto
che tornare
in un moto
di infinito
allontanamento:
tu vai incontro
all’origine
invecchiando
e ciò che col tempo
hai imparato
è stato solo parafrasi
di versi
all’origine ascoltati)

Da Lavoro da fare, Collana e-book (2002-2005), 2006.


Bio-bibliografia

Biagio Cepollaro è nato a Napoli nel 1959 e vive a Milano. Ha pubblicato poesie: Le parole di Eliodora (Forum Ed.,Forlì,1984), Scribeide (Piero Manni Ed., Lecce, 1993), Luna persciente (Carlo Mancosu Ed., Roma, 1993), Fabrica (Zona Ed., Genova, 2002), Versi Nuovi , Oedipus Ed.,Salerno, 2004. L’e-book Lavoro da fare (2002-2005)www.cepollaro.it/LavFarTe.pdf è uscito nel 2006 presso Poesia Italiana E-book. Suoi testi poetici sono presenti in antologie italiane e straniere (Poesia italiana della contraddizione, a cura di Cavallo-Lunetta. Newton-Compton, 1989; The Promised Land, Italian Poetry after 1975 a cura di Luigi Ballerini e Paul Vangelisti, Sun &Moon Classics, Los Angeles,1999; Chijo no utagoe - Il coro temporaneo, a cura di A.Raos, trad. A.Raos e Taro Okamoto, Ed. Schichoska, Tokyo,2001. Tra i promotori del Gruppo93 e della rivista Baldus, raccoglie dal 2003 nel sito www.cepollaro.it le sue produzioni, anche con video e registrazioni sonore. Dal 2003 cura il blog Poesia da fare www.cepollaro.splinder.com. Per le arti visive dal 2008 è attivo il blog Cepollaroarte’s Weblog http://cepollaroarte.wordpress.com/


Poetica

(da Note per una Critica futura, Atelier n. 46, giugno 2007)

Nota 7
Il detto goethiano ‘si fa ciò che si è’, riferito all’arte, può anche voler dire che leggere è sempre un leggere tra le righe. L’extratestuale coincide con ciò che traspare tra le righe, non come qualcosa di estraneo al testo ma come qualcosa che sembra averlo generato; alla fine della lettura sarà il suo senso, anzi, un suo senso. La scelta lessicale, la voce che cova nelle relazioni fonosimboliche, l’intero impianto retorico sono la materia del senso e dei sensi da ricostruire, da ripercorrere.
Le porte che la lettura dovrà aprire sono le porte che alludono all’esperienza dell’autore che la prodigiosa sintesi del testo racchiude, socchiuse.
Più accosto è il movimento della lettura ai passi che il testo compie, più si avvicina il momento in cui si profila il senso, cioè l’esperienza di uno tende a diventare l’esperienza di un altro.
Ricostruire il punto di vista significa interpretare: non abbiamo mai di fronte ciò che un autore è ma sempre ciò che un autore ha fatto. Eppure ciò che ha fatto lo possiamo interpretare leggendo tra le righe ciò che lui è. Credevamo di esserci appiattiti sulle parole del testo, sul testo come insieme di parole, e ci ritroviamo, invece, con un possibile distillato di umana esperienza.


Afinidades

Giuliano Mesa

domenica 15 giugno 2008

Anna Toscano
















Alcune poesie, da all'ora dei pasti, Lietocolle 2007

non ditemi sempre

non ditemi sempre
l’ovvietà del male

lo vedo lo vedo
il nero catrame dei nostri giorni

cerco un pertugio dove trovare
l’ovvietà della decenza
come uno specchio oblungo
infallibile nel suo porsi




tavolo di marmo chiaro

tavolo di marmo chiaro
deboli zampe di legno
briciole sparse sul piano
un piatto color aragosta
posate spaiate
Iberia, altre Varig o Sabena
tovagliolo grande di carta blu
gocciolio in lontananza
nel lavandino rigato di tè

il frigo è deserto
lo stomaco è vuoto
il forno non funzionerebbe
le mie mani sulle ginocchia

è all’ora dei pasti
che sento il tuo non esserci
la tua assenza mi nutre
sono sazia come non mai

la dieta ringrazia
io felice con lei
ché non mi calza
la tragedia




pelle parole

le parole diventano pelle
non si può parlare
ma sfiorare, toccare

la pelle diventa parole
se ne può parlare
scrivere, raccontare

la pelle parole non sono parole pelle
c'è un ordine di composizione,
di evoluzione

un infinito da rimestare




piastrelle bianche

piastrelle bianche
nel circolo del nulla
lievi disegni geometrici
sotto gli occhi delle sedie

ti cadono i capelli mamma
da quando sei entrata qui

la speranza si consuma tra aghi
il caprifoglio è una vaga inarcatura di ciglia




abbattetemi

abbattetemi, seppellitemi
dove possa sentire il frusciare
delle pagine dei libri
che ho amato o non ancora letto

ardetemi, mettetemi
tra gli scaffali di una libreria
bruciatemi con i miei stivali
e borse e scarpe e occhiali

che sia una eternità
accessoriata e un po’ patacca


Nota bio-bibliografica

Vive da molti anni a Venezia dove insegna Lingua Italiana all’università Ca’ Foscari e si occupa di interculturalità. Giornalista e fotografa, cura iniziative culturali legate alla letteratura e alla poesia per vari enti e società. Ha pubblicato Controsole (Lietocolle, 2004) e all’ora dei pasti (LietoColle, 2007); liriche e racconti sono rintracciabili in riviste e raccolte, sua la curatela di cataloghi, antologie e sillogi. Adora promuovere la poesia ovunque si possa trovare spazio.


Poetica

Ho studiato molto la poesia, condotta all'università dal mio maestro, e la studio tuttora. I poeti che mi hanno più legata sono quelli del filone delle semplicità, da un Gozzano ancora abbastanza sconosciuto, Saba, Penna, e su su fino a Cavalli. Poi la mia tesi su Attilio Bertolucci ha definitivamente spostato il mio baricentro di parole, suoni, colori, ambiti, stile, timbri, sull'immediatezza presunta. Per dirla con le parole stesse di Bertolucci "...esprimere il massimo di realtà profonda movendo dal minimo di realtà visibile quotidiana".
Lavoro molto con parole e immagini, fotografia e poesia, forse con il medesimo procedimento. La poesia, per me, è imporsi di scegliere sempre, come la vita è nella scelta delle piccole e delle grandi cose. Una fatica costante ma che aiuta, salva, rigenera alla luce di se stessi e non di ciò che il mondo vorrebbe per noi. Scelte decisive per la vita quotidiana, come di dettagli, scegliere una parola per un verso, un’idea per una frase, o un oggetto da fotografare.
Scegliere è pensare prima, una questione non solo di forma ma anche profondamente etica.
È una questione di scelta e di tempo: come per impressionare la pellicola è necessario un tempo di esposizione alla luce, un dosaggio sapiente di luminosità e tempo, affinché emerga sulla lastra ciò che deve emergere, ciò che a un primo momento a volte nemmeno so di vedere. Ma con il tempo e la luce giusta affiora. E così è per la parola: prima nella mente, poi inchiostro su carta: con tempi, luci, dosaggi sempre necessari.
La fotografia come la poesia per me sono uno sguardo sul mondo, un modo di guardare che contiene un tempo, una luce, un ascolto, una prospettiva. Il modo di guardare è la via per cogliere un racconto, un senso, un farsi, un disfarsi, un essere, un dire.


‘Afinidades’

Nicoletta Bidoia
Silvia Bre
Anna Maria Carpi
Patrizia Cavalli
Luisa Pianzola
Bianca Tarozzi

Carmen Grattacaso




Poesie da Il luogo e la distanza


Non temere - dicesti.
Non ti accorgi di nulla,
ti culla.

Mi prendesti per mano.
Come mai ignoravi
che sdegnavo l'ebbrezza?

Quando l'onda arrivò
andò sotto l'amore
e divenne di sale.

E mi nacque il sospetto
che tramavi col mare
per disfarti di me.





Il tuo viso mi appare più nero
e più caldo dell'afa
che addosso m'incolla i vestiti.
Non ci siamo capiti.
Riposa.

Domani ti servo il silenzio
e una rosa.





Intratteniamoci di pensieri leggeri
e agli affanni di oggi e di ieri
preferiamo gli inganni
se ci fanno più lievi.





Ho cercato di lui la mancanza,
il gesto che rivelasse la distanza da sé.
Nel suo annullarsi il cuore svelato
s'impadronì di me.
Così annientato, nella sua testa trovai
la mia domanda.

Ci appartenemmo per eccesso
di lontananza.





Genuflessa, cercavo di annodare
alla ringhiera una bandiera, ma la posa
non piacque alle spine della rosa.

Persi così la trama e anche la presa
e la bandiera volò gridando : "Pace!"
sugli attoniti fili della luce.


Nota bio-bibliografica

Carmen Grattacaso è nata a Salerno.
Nel 2005 ha pubblicato la sua prima raccolta di versi Il luogo e la distanza, edizioni Plectica, con la prefazione di Mariella Bettarini e i disegni di Antonio Petti.
Alcune sue poesie sono apparse su Poesia, La Mosca di Milano, Capoverso e la rivista internazionale di poesia internazionale Gradiva.


‘Afinidades’

Antonella Anedda
Mariella Bettarini
Patrizia Cavalli
Gabriela Fantato
Gabriella Maleti

martedì 3 giugno 2008

Alessandra Kemeny















Tre poesie

Immagina 45 millimetri
bianco e nero
soggettiva, fiori nel giardino
piano americano
mio padre
cappello in testa seduto
davanti a un foglio mezzo pieno
inchiostro nero
dita da pugile e un sorriso
più grande del cielo.
immagina, protagonista guarda la camera
piano americano
alza il cappello
e come solo gli gnomi sanno
scappa via
fra funghi e tra cicale
immagina, panoramica
della mia infanzia con mille sogni
ed una sola certezza
anche i poeti ridono.


Vivo solo quando
non respiro
se respiro esisto
la vita sparisce soffocata
dalla pietra gravità
i sogni non cadono come le mele
ed il mio cuore
si appende
all’altalena dell’onirico


Tra la terra e il cielo
vampate di fuoco
tra uomini stanchi di lottare
non si può più neanche perdere
dice il saggio
e se il trofeo era il tuo cuore
ho vinto l’assenza
di un sogno
Inesistenze


Nota bio-bibliografica

Nata a Milano nel 1977, Alessandra si laurea presso la facoltà di lettere e filosofia dell’Università Statale degli studi di Milano. Presenta una tesi di orientamento estetico filosofico sul filosofo spagnolo Ortega y Gasset intitolata “L’avventura dell’artista”, come relatore il prof. Stefano Zecchi. Si trasferisce in Spagna dove lavora quasi 3 anni come redattrice presso la più importante catena alberghiera spagnola, con sede a Palma di Maiorca. Attualmente lavora presso una compagnia aerea internazionale ed è traduttrice (dallo spagnolo all’italiano). Ha pubblicato un libriccino di poesie nel novembre del 2006 presso la casa editrice Lietocolle, intitolato “In via Silenzio”, con prefazione di Tomaso Kemeny. Interessandosi anche al linguaggio cinematografico ha progettato alcuni corti. Attualmente vive a Palma di Maiorca.


Linea poetica

La poesia per me è espressiva, più che comunicativa, lirica oltre che tecnica, soggettiva invece che imitativa del reale. E’ un canto in versi liberi verso il mondo onirico, la porta della fusione fra realtà e sogno, l’unica dimensione possibile per poter esprimere ciò che non può essere detto in una conversazione quotidiana, ma senza allontanarsi dalle parole di ogni giorno. Uno sforzo costante di unione del piccolo con l’universale, un ponte che unisce il reale con i sentimenti eterni ma soggettivi, tra l’oggi ed il mai più, tra la memoria ed il corpo, tra l’immaginazione e la sveglia del lunedì mattina. La poesia per me è un’attesa di un messaggio che viene dal reale per trasformarlo in un una dimensione soggettiva ed universale dell’io, è una promessa in versi liberi, una speranza senza descrizioni che ci dice costantemente che è possibile creare mondi migliori e possibili.


'Afinidades'

Giuseppe Conte
Alda Merini
Davide Rondoni

mercoledì 30 aprile 2008

domenica 27 aprile 2008

Piergiorgio Viti

Tre poesie

con gesti prudenti
recuperi il vasellame, lo zucchero,
destreggi tazzine scontente.
l'estate ancora si attarda.
l'affanno nascosto
tra bionde frange
è un sonno
che addestri con i sonniferi.
sospiri. immagini cose sottratte,
stagioni non pervenute
e intanto resti impigliata
con lo sguardo
sulle tenaci vetrate.

*

(il bagno, da Rientro a casa)

Ogni piastrella,
esatta
nel suo fedele
perimetro,
riconosce
l’angolatura
del volto,
la linea
che disossa
la schiena,
le fessure
tra un dente e
l’altro.
La mattina
mi smacchio
i respiri
davanti ad un ovale
e lavo la
corteccia
scombinando
l’ ordine materno
dei flaconi.
Poi scivolo
nell’abbraccio
blu
dell’accappatoio
per sentirmi addosso
il chiarore
di un’altra giornata.

*

Non scostarti dalla luce
che, avvampando, ti avvolge, quasi
ti indossa. L’estate si arrampica
sui cancelli, sulle inferriate, riassume
i respiri. Le begonie,
abbracciandosi, colmano ringhiere
e cortili. Le cucine sono indaffarate
per il pranzo, una voce cortese
legge le notizie, ma tu
guardi altrove, dove i tetti si aggiustano
a restringere il cielo.


Bio-bibliografia

Piergiorgio Viti, classe 1978, è nato a Sulmona (AQ), risiede nelle Marche e lavora
nel Lazio come docente di scuola media. Al suo attivo oltre quaranta premi letterari
conseguiti e pubblicazioni su siti Internet, riviste, antologie specializzate. È in
corso di pubblicazione la sua prima opera letteraria.


Afinidades

Andrea Ponso
Antonio Diavoli
Massimo Sannelli
Gian Ruggero Manzoni
Isabella Leardini

lunedì 14 aprile 2008

Alla Casa della Poesia

Martedi' 15 aprile 2008 ore 18


Il viaggio è… iniziato. Viaggi iniziatici tra poesia, video poesia e cinema
Secondo appuntamento a cura di Annelisa Addolorato

Recital poetico e proiezione di video poesie

Con

Luisa Pianzola e Alberto Mori (con la proiezione della video poesia Bíos),

Gherardo Bortolotti (con la proiezione della videopoesia Gmole nell'infraordinario)

Alessandro Broggi (proiezione di spezzoni del film di J.L. Godard Nouvelle Vague, 1991)

lunedì 31 marzo 2008

Antonio Loreto














Poesie: Trittico storico-turistico

#1 Germania
(dormire e cercare di star svegli)

come fa ad addormentarsi
in una notte come questa
in cui il vento contro i vetri
ci minaccia sui viadotti in Valassina
e sulle rotte di Germania trentottina

non la sveglia il temporale
la paura ed il rimorso
di rischiare di morire
di ammazzarmi ulteriormente
in mezzo ad àllucinazioni
di ufficiali socialisti-nazionali
che mi saltano sul cofano
e mi sputano sul parabrezza
uno che mi si è rotto
due che mi si è rotto
nove il sonno
dieci il caffè
undici la vetrina dell’autogrill
ha due strisce incrociate di scotch


#2 Praga
(cercare e nascondersi nella boscaglia)

dove sei stata
in tre mesi di terra perlustrata
di Brianza perlustrata sotto gli occhi
della Gianna del Rota del Brambilla

è difficile amare
in primavere come questa
in cui l’elio delle stelle
mi si addensa nei cilindri del motore
e dentro il colon
quando invece del dolore
ho dei disturbi intestinali
che la luna illuminisce in copertine Panorama
e non sulle colline dietro Praga


#3 Francia
(resistere e collaborare)

io ho corso rannicchiato con il ferro
e un poco di paura
tra un pisolino umido
e un pranzo di verdura
al mattino frasche e case
mi sembravano più vive
e il sapore della vita a Sesto
era di sangue di gengive
finché c’eri tu
(e a un certo punto
non ci sei stata più)

combattere non è la parola giusta
avevo una teoria
e l’ho applicata
sebbene i libri
li abbia letti con l’imbuto
e avessi un capo deficiente
e il cuore muto
ho sparato sulla Francia
ma non ho combattuto
ho picchiato donne incinte
ma non ho combattuto
ho scortato le troie di Vichy
ma non ho combattuto
ho sperato che tutto finisse
ma non ho fatto un cazzo
chessò almeno scappare
darmi fuoco darmi matto
son rimasto a posto
e ho obbedito e questo è tutto


Note di poetica

La notte dei lunghi coltelli o La Primavera di Praga sono ottimi titoli letterari: la storiografia racconta vicende mitiche, e dunque inerti. Sfruttando proprio questa cifra letteraria (per quello che oggi è letteratura) si possono però ributtare i fatti privati, i sentimenti anche, tutte le biografie anonime, che hanno cittadinanza solo al di qua della vita collettiva, dentro la Storia; e far reagire questa con la storia di ognuno. Il metodo mitico di cui parlava T.S. Eliot contiene in realtà la fuoriuscita dal mito e dalla sua inerzia. È naturalmente utile una pratica binaria per realizzare le saldature del collettivo e dell’individuale, di spazi e tempi differenti; ma è raccomandabile, insieme, muoversi di contrasto su base non binaria, per non finire di nuovo nelle maglie ortogonali del racconto ben fatto (il genere della videopoesia, con i suoi molteplici canali, parrebbe sotto questo aspetto l’ideale). Soprattutto è consigliabile non ipostatizzare e perciò, ad esempio, riusare due pezzi di trittico per farne un dittico, poi scomporre questo e cominciare un polittico epta- o penta-partito: come si vede, può capitare così che il discorso finisca spontaneamente nella Storia, e che ci si trovi a parlare di Craxi e Andreotti laddove si stava scrivendo una bella poesia d’amore.


Bio-bibliografia

Antonio Loreto è nato a Tricarico, piccolo borgo lucano, nel 1975. Vive e lavora tra Monza e Milano. Laureato in Letterature Comparate, si occupa di studi novecenteschi. Ha dedicato un saggio a Variazioni belliche di Amelia Rosselli (in La furia dei venti contrari. Variazioni Amelia Rosselli, a cura di Andrea Cortellessa, Le Lettere, Firenze 2007) ed uno a problemi di critica letteraria e critica d’arte (in «il verri», n. 36, 2008). È attualmente alle prese con l’opera di Nanni Balestrini, oggetto della sua tesi di dottorato in «Storia della lingua e letteratura italiana» all’Università degli Studi di Milano. Si esibisce in performance videopoetiche, e sulla carta non è un poeta.


Afinidades

Elio Pagliarani
Edoardo Sanguineti
Nanni Balestrini
Tommaso Ottonieri
Aldo Nove

venerdì 21 marzo 2008

continua il ciclo "Il viaggio è... iniziato!"

















Mercoledì 26 Marzo ore 21.30

Associazione Culturale La Scheggia
Via Dolomiti 11 - Milano
(Metro, linea1 - Turro)

Presentazione del libro di poesia
di Alberto Mori


Raccolta
Fara Editore


Sarà presente l'autore
con reading e videopoesie


E con spezzoni di film sul tema ‘viaggi iniziatici’

Presentazione
a cura di Annelisa Addolorato

lunedì 10 marzo 2008

Bari, 28 marzo: Primo Incontro Internazionale di Primavera con la Poesia Spagnola Contemporanea - “Nací el 21 en primavera...”




Il disegno “Sirena felice” è di
Caterina Zaira Laskaris




“Nací el 21 en primavera...” Primo Incontro Internazionale di Primavera con la Poesia Spagnola Contemporanea



Bari, 28 marzo 2008
Facoltà di Lingue e Letterature Straniere
via Michele Garruba, 6



PROGRAMMA

ore 9.30
Saluti iniziali

ore 10.00
Emilio Coco
Introduzione alla poesia spagnola contemporanea: temi, tendenze e prospettive

ore 11.00
Recital poetico

Carlos Marzal
Agustín Calvo Galán
Annelisa Addolorato
Raúl Díaz Rosales

leggeranno una selezione di testi sui temi del Tempo, della Memoria e dell'Incontro con l'altro.

La lettura sarà accompagnata
dalla proiezione dei testi in lingua originale
e di alcune immagini.
Al termine del reading poetico
si aprirà un dibattito con e tra i poeti.

ore 13.00
Agustín Calvo Galán e Annelisa Addolorato presenteranno il blog della comunità poetica internazionale in lingua spagnola lasafinidadeselectivas.blogspot.com
e la sua filiazione italiana
NOMADI MONDI.


Verranno inoltre fornite indicazioni relative a materiali poetici disponibili in rete.



Università degli Studi di Bari
Facoltà di Lingue e Letterature Straniere
Dipartimento di Lingue e Letterature
Romanze e Mediterranee


Con la collaborazione di:
Instituto Cervantes di Roma

E con il patrocinio di:
Regione Puglia – Assessorato al Mediterraneo





“Nací el 21 en primavera...” scaturisce da un’idea semplice: offrire a tutti, studenti, lettori, appassionati, un’occasione per incontrare la poesia spagnola, non solo tra le pagine di un libro, ma anche attraverso la viva voce dei suoi autori.

Il panorama poetico spagnolo contemporaneo è particolarmente ricco e vivace, come dimostrano il crescente fermento editoriale, la nascita di nuove riviste di poesia e il fiorire di siti web ad essa dedicati.
La creazione poetica più recente si pone dinamicamente in rapporto con le proprie radici culturali e con le esigenze espressive del presente, nella costante ricerca di fusione tra sperimentazione e tradizione, modernità e memoria.

Il tempo che coincide con l’inizio dell’equinozio di primavera, data scelta per celebrare la Giornata Nazionale della Poesia,
ci è sembrato la cornice ideale per questo incontro e il verso scelto come titolo, ispirato da una delle più intense voci poetiche italiane,
ne è il suggestivo sigillo.

L’auspicio è che questo momento di ascolto e comunicazione tra poeti e pubblico possa divenire anche nei prossimi anni un appuntamento rinnovato e atteso di inizio primavera.



Organizzazione:
Paola Laskaris (Università di Bari),
p.laskaris@lingue.uniba.it

Annelisa Addolorato (Università Statale di Milano),
annalisa.addolorato@unimi.it




*“Nací el 21 en primavera” è la traduzione in spagnolo del primo verso
di una celebre poesia di Alda Merini appartenente alla raccolta poetica
Vuoto d’amore edita da Einaudi nel 1991.

sabato 1 marzo 2008

Alberto Mori













Poesie: tre tableaux

TABLEAU PER KEN LOACH

Fuori dal tempo lavorato
sullo scivolo verso il nulla
ed i binari dei navigators
avanti ed indietro
restano nell’unico movimento operaio
sopravvissuto destino abbandonato


TABLEAU PER ANDREJ TARKOVSKIJ

Lo specchio dell’infanzia
si accende
come visione nel fuoco delle mani.
La casa si disabita di vento.
Esce dal luogo.
L’acqua memore
sequenzia il fondale del tempo.
Giunge ad effervescente zona
nell’origine delle madri
dove sgorga
l’icona luminosa e desiderante.


TABLEAU PER PETER GREENEAWAY

Cominciano i fuochi.
Il demone è floscio e in disparte.
Pasticcia con gli ideogrammi
la sua morte grafica.
Ci sono ombre a rabesco sui torsi nudi.
Membri che schizzano inchiostro melodico.
Quattro pastiglie colorate nelle stagioni del palmo.
Clessidre disperdono polveri d’oro
rotolando nel vuoto
lasciando succhi di cronie visionarie
nella polpa vermiglia delle labbra.


Bio-bibliografia

Poeta Performer Artista. Dal 1986 pubblica libri di poesia. Scrive saggi di poesia e d’arte, racconti,prose. Effettua readings, letture pubbliche, installazioni, video e performance. Collabora a progetti d’interazione della poesia con tutte le espressioni artistiche. Tra le pubblicazioni più recenti: Iperpoesie (1997) Percezione (2000) Multimedia Edizioni, Cellule (2001) Raccordanze (2004) Cierre Grafica, Urbanità (2001) Non luoghi A Procedere (2003), Utópos (2005) Bar (2006) Scrittura Creativa Edizioni, Suonetti (2006) Alla Pasticceria del Pesce, Il libro di te ovunque (2007) LietoColle, Raccolta (2008) Fara Editore, Iperpoesie (2001) per Save As Edicion, Utópos (2006) per Emboscall Peccata Minuta sono stati tradotti in Spagna. Nel 2007 finalista con segnalazione per la poesia inedita della XXI edizione del premio “Lorenzo Montano”. www.albertomoripoeta.com

Italo Testa





















Poesie


XI [19 luglio, sarajevo, miljacka: h. 10]

ausstellung

prendi un’arancia, prendine un’altra
allinea 365 arance su di un parapetto
365 macchie sul bordo del fiume:

prendi un’arancia, sbucciala a morsi
scoprine il bianco sotto la pelle
macchia di sangue la linea dei denti

prendi un’arancia, apriti un varco
posa la testa sulla pietra del muro:
365 arance dense di luce


XV [sarajevo, kaserna: h. 14]


giro giro tondo (immagine 1)

giro girotondo
s’incunea il mondo
s’inchina la terra
tutti faccia a terra

gira il tuo corpo
nudo sulla lastra
ogni lembo esposto
è ciò che si mostra

giro girotondo
rovescia il mondo
calpesta la terra
tutti sotto terra


renka/s. damiano

frana leggera
dei calanchi in fiore
e freschi d’ombra

mentre tu guidi
piove dalle robinie
bianco a grappoli

di questo bianco
robinia e papavero
si macchia l’occhio:

perché non scopri
come punge e annulla
l’erba tagliata?

nell’erba ascolti
sulle vigne al tramonto
i caccia in volo

dovresti scendere
sul tappeto di luce
incamminarti

sul panno verde
tra i ciuffi luminosi
oltre la strada:

perché non scopri
come punge e annulla
l’ombra violata?

seguendo il carro
a passo d’uomo, al volante
bevi le stoppie

la polvere ondeggia
la strada è ancora bianca
il passo recede

sull’asfalto steso
tra le vigne al tramonto
un reattore si perde:

perché non scopri
come punge e annulla
l’aria incendiata?

(da: canti ostili, Lietocolle, Como, 2007)


# 2: le mani (Immagine 2)

tu che conosci la misura
di un dolore, il battito, il metro
con cui cade e intreccia le mani,
la ferita che è già arsura

così mostra come un dono
la piaga e la pelle spianata,
fanne una coperta per le ossa
perché ritorni a ciò che sono


Hopper’s Sunlights (Immagine 3)

3.
a questa luce non sei abituata
all’impatto frontale del mattino
che ritaglia la maschera del volto;
tu non chiudere gli occhi, assorbi immota
dai coni d’ombra il seme del giorno.

Al profilo di te che il letto accoglie
non ti sottrarre; nel vano di luce
tu sei il vetro, il corpo trasparente
dalle gambe nude, il torso vestito
che dalla finestra l’azzurro richiama

(da Biometrie, Manni, Lecce, 2005)

[bianca, un vuoto tra le cose] (Immagine 4)

si apre un vuoto tra le cose
e in mezzo il pieno dei tuoi occhi
"eccomi", dicono, "sarò nuda"
mentre stacchi un piede da terra,
"chiedo di essere amata,
e guardata
nel palmo aperto delle mani",

domani sarai polvere nel prato
come un animale sdraiato
a guardare la fuga dei rami

"eccomi",
mi chiami, così bianca
nella luce, così intensa,
sei sul punto di fare un passo avanti
con le labbra ferme,
terribilmente serie, senti

di essere pronta a cibarti con le mani.


Poetica

Quando le strutture consolidate, le tradizioni si sfaldano, qualcosa continua, con cura biometrica, la sua tessitura. Il grado zero della cultura, che in certi momenti sembra prossimo come non mai, è forse anche un'occasione per la poesia che, come pratica istitutiva, non necessita, nel suo fare paziente, di una legittimazione esterna. In questa prevalenza dell'agire, del fare, la scrittura poetica torna alla sua qualifica di ape operaia, di silenzioso e operoso artigianato che tesse una tela mai pienamente aggiudicabile ideologicamente. Certo, vi è anche la resistenza dai margini e la salvezza dell'esclusione: ma qui la poesia resiste proprio perché viene meno il lungo errore dell'appartenenza piena. Quando il tutto che la teneva coesa come pratica culturale si dissolve, la poesia continua a sporgere da quel terreno guasto, facendo segno ad altro. Non più sorretto o puntellato da un sistema riconosciuto di valori, questo gesto, acme dell'individuazione, torna a poggiare sull'etologia della specie, ma proprio in questa nudità si osserva dal futuro.


Bio-bibliografia

Italo Testa (1972) vive a Milano. Ha pubblicato per la poesia il concept album canti ostili» (Lietocolle, Como 2007), la raccolta Biometrie (Manni, Lecce, 2005, premio San Giuliano Terme/Poesia Incivile) e il poemetto Gli aspri inganni (Lietocolle, Como 2004). Ha ottenuto per la raccolta inedita i premi Dario Bellezza e Eugenio Montale. Suoi testi sono apparsi in antologie, tra cui Chaos and Communication (Link Diversity, Sarajevo 2001), Così non ti chiamo per nome (Empiria, Roma 2001), Nodo Sottile 3(Crocetti, Milano 2003), Parco Poesia (Guaraldi, Rimini 2003-2004), Il presente della poesia italiana (Lietocolle, Como 2006), Poesia e natura (Le lettere, Firenze 2007), La joven poesía italiana (Cuadernos del matemático, Madrid 2007) e su varie riviste: Portals. A Journal in Comparative Literature, Gradiva, El coloquio de los perros, Atelier, Almanacco del Ramo d’Oro, Pelagos, Nazione Indiana, Il primo Amore, Poesia da fare... Ha pubblicato diversi saggi (anche in aut aut, L’ospite ingrato, Il ponte, Reset, La Società degli Individui. È co-direttore della rivista di poesia L’Ulisse e, presso Diabasis, della collana 'La Ginestra'


Afinidades

Riccardo Held
Giovanna Frene
Stefano Raimondi
Biagio Cepollaro

venerdì 29 febbraio 2008

Alessandro Ghignoli













Poesie
da Prismi oratori (inediti)



ancora spazi possibilità in prismi oratori l’assetto spessore d’un metodo all’interno del volume o la linea dentro il congiungersi













































senza materia o figura in singolare fluire di corpo di specchio fino ai confini del prima in altro


















































gli esterni l’itinerario parallelo delle forme il senso di ritmo di silenzio dal nulla dall’astratto il nome

















































in un’altra lontana ombra l’inatteso la propria biografia l’invito l’esodo in onda in inizio l’impronta

















































in ogni durevole sentire l’intermittenza di passi anteriori nel movimento la fine l’origine una distanza


















































dal dentro un intento di finito di sostanza su tutto il confine l’incessante discendere la nominazione la parte dell’altro

















































un’ipotesi di parziale passato nell’intimo comprendere il tracciarsi la separazione quasi il dicibile un doppio nome

















































ai margini all’abitudine al medesimo altro mutamento in linee in sottrazione l’estremo spettacolo il contatto nonostante

















































tra voce parola l’intromissione il nuovo trattenuto in respiro nell’ascolto il segno dappertutto a serrare

















































sulla soglia sull’interruzione sul quasi a venire nei fatti la misura gli imprevisti ad ogni altra rinuncia


Poetica

nello spazio /il/limitato dal suono parole su parole pensano oralità e scrittura. una geometria dell’origine dell’anteriore al dire. ritmo a creare senso. prosodia di un discorso interno all’ascolto. testo unico di una lingua tradotta unica e molteplice. nella lettera nel continuo accento la voce.



Bio-bibliografia

Nato a Pesaro, 1967.


Afinidades

Antonella Anedda
Mariella Bettarini
Flavio Ermini
Federico Federici
Francesco Marotta
Giuliano Mesa
Nicola Ponzio
Daniele Santoro
Andrea Zanzotto

sabato 16 febbraio 2008

Poesia, musica, cine/videopoesia: alla Casa della Poesia e alla Scheggia

III e IV puntata milanese del ciclo "Il viaggio è... iniziato!"










Martedì 26 febbraio, h. 21.00-Palazzina Liberty, Largo Marinai d'Italia:
reading collettivo e recital-concerto.
NOMADI MONDI alla Casa della Poesia di Milano (Ingresso libero)

Organizza: Annelisa Addolorato

Con Stefano Raimondi,
Alberto Pellegatta,

Annelisa Addolorato-Gabriel Valpassos (alla chitarra flamenca)





Mercoledì 27 febbraio, h. 21.30: reading collettivo, videopoesia e recital-concerto.
NOMADI MONDI alla Scheggia

Con Alberto Pellegatta,
Videopoesie di Gherardo Bertolotti e Andrea Cavalleri

Annelisa Addolorato-Gabriel Valpassos (alla chitarra flamenca)

mercoledì 23 gennaio 2008

IL VIAGGIO E'... INIZIATO! Alla Scheggia - II Puntata, oggi 23 gennaio





In compagnia delle immagini del film dell’artista poliedrico Jean Cocteau
Le Testament de Orphèe (1959)
alla Scheggia - Mercoledì 23 gennaio 2008, h. 21. 30 – V. Dolomiti - n. 11, Milano (MM1 Gorla/Turro)






Serata conviviale in tua compagnia con i poeti Massimo Sannelli, Alessandro Broggi, e…

Con le Videopoesie:
“Fisch im Sand”, Film di Patrizia Monzani, poesia di Jan Kummer ; 4 minuti, con sottotitoli in tedesco/inglese/italiano), Progetto tedesco FISCH IM SAND, 9 Videopoesie = 9 registi con 9 poeti (progetto del 2;
Alcuni “Micrometraggi”, di Antonio Diavoli e Ilaria Sciclì, e…
-------------

“Disinteressamento, egoismo, tenera pietà, crudeltà, sofferenza nei contatti, purezza nella dissolutezza, mescolanza di un gusto violento per i piaceri terreni e un disprezzo per essi, non ingannatevi: sono questi i segni di quello che chiamiamo angelismo e che ogni vero poeta, che scriva, dipinga, scolpisca o canti, possiede. Pochi lo ammettono...” (J. Cocteau)

Di lui Charles Debierre scrisse: “Con la sua energia creatrice ha irradiato mezzo secolo , al punto che ancora oggi certi ne portano il lutto, mentre altri, impauriti dagli artisti in libertà, continuano a misconoscerlo.”

mercoledì 16 gennaio 2008

GIOSUÈ CREMONESI



(Foto di Giada Battistotti)



Tre poesie

_la casa

La casa, da fuori, è un enorme plum cake - gigante
Schiacciato sulla strada, schizzato dal cemento
Il parco intorno è straziato in un lamento
Di gicolìo di giostra
Andirivieni e basta
Di un altalena frusta
Dall’uso controvento
La coppia ormai anziana
Ricorda il nipotino
Di quella settimana – lasciato lì dal padre
A odorar ciliegi, seduto su altalene
Che ancora cigolando
Ricordano il miele
E tutti i derivati
Quel senso di abbandono
La casa del plum-cake
Il nonno piano scende
Ha un sacchetto in mano
Che getta, lentamente.
Poi si ferma. Sospira.
Sente che aria tira.
Rientra, nel Plum-cake gigante.


_come non fosse passato un giorno

torni ciclicamente
sarà la provincia
avvicina i cronici
di frequenze simili
in una città perderemmo le tracce,
qui no.
Locali Pochi. Entro e ci sto poco.
Mi annoiano. Annuisco male, andrò per strade
Deserte, in portici corti e ostici
E ti incontrerò
Ciclicamente
Sarà un appuntamento che non ci
siamo dati
eravamo destinati a trovarci
ma tu non credi al destino
io credo al cestino di windows
e l’illusione di gettare via le cose
che ho scritto, e che non leggerai.
Tanto tornerai


_furgone di tritolo

C’è un furgone di tritolo
nel palazzo del nostro amore
c’è un passamontagna
sul viso dei tuoi baci
c’è una bomba nel cortile
in una valigia, gialla bile
non va mai niente “tutto bene”
come va? Tutto bene.
C’è un candelotto di noia
Nel baule tra gli stracci
C’è una lametta annerita
Nell’incavo delle dita
C’è un sottomarino atomico
Nel mangiare del gatto
C’è un bambino cattivo
Dietro un adulto sorridente
Amore, questa sera,
Tirami bombe a coccola.


Biografia

Giosuè Cremonesi è nato nel 1982. Dopo il liceo artistico e un periodo lavorativo alternato in svariati settori, ha studiato sceneggiatura alle Scuole Civiche di Milano. Ha scritto diversi racconti, ricevendo più riconoscimenti; è stato autore e co-autore di molti progetti, tra cui un documentario sul teatro moderno milanese ispirato all’opera di W. Shakespeare, un videoritratto di Michele Serra e diversi cortometraggi. È impegnato artisticamente in più progetti musicali, soprattutto con la band di matrice hardcore Haulin’ass, attiva dal 1999. Attualmente opera nel settore pubblicitario, come creativo, per un’agenzia di comunicazione e come consulente di audio/video per un’azienda di design e software.


Poetica

Le parole fuoriescono in quei momenti in cui mi avvalgo della facoltà di non descrivere. È quella sensazione piccola, difficile da condividere, che trova agio nel gioco della lingua: lo scherzo dell’essere costretto a comunicare - in versi - con me stesso, per capirmi più a fondo.
A volte la “poesia” è lo scheletro di una teoria. Spesso è il telaio di un’impulso nervoso, che si sgretola man mano trovo le parole.
Sempre è un racconto, fatto di situazioni non dette, il riassunto personale del momento in cui il foglio bianco virtuale viene, poco a poco, sconfitto dalla tastiera.


'Afinidades'
Pe ora non pervenute (nota d.Blog-sisterA.A.)

II SERATA DEL CICLO 'IL VIAGGIO E'... INIZIATO!"'
















(La luce di oggi. Foto di Annelisa Addolorato, Sevilla 2005)


II PUNTATA DEL Ciclo IL VIAGGIO è… iniziato!


Serata conviviale

Con videopoesie*(Stadt Fisch, di Patrizia Monzani -su poesia di Jan Kummer-, i Micrometraggi di Federico Federici, …)

Lettura-incontro poetico collettivo dei poeti inclusi e interessati al blog NOMADI MONDI. Con la partecipazione di Alessandro Broggi e Massimo Sannelli. Sullo sfondo, proiezione del film Le testament d’Orphée, J. Cocteau.



Alla Scheggia, Mercoledì 23 gennaio 2008, h. 21.30.
(Milano, Via Dolomiti n. 11 - Metro Gorla/Turro)


Siete tutte e tutti inviati a partecipare, anche con altri amici
poeti!


Grazie, a presto e buon inizio 2008!


*Anche quella che vorrete proporre voi per la serata!

venerdì 4 gennaio 2008

Valentina Bufano



















Tre poesie

Il prato dietro casa

Percorrendo la solita strada, cercando il nome di piante sconosciute, pensavo la meraviglia quotidiana delle nuvole; mi immaginavo mosca dall’occhio composto, per cui vedevo n'immagine più volte inquadrata tra le dita delle zampe. Il ronzio delle ali: la macchina da presa è in funzione.


Parco dei divertimenti

Si viene accolti da un sorriso finto come cibo immobile
A decin finiranno scomparsi in un quadrato di scacchiera
un quadretto di tempo fitto.
Una mostra di quadri dai visi pallidi, uno per parete così che l’immersione è totale.
Lo zoo degli insetti giganti è una tortura per gli occhi.
Giochi di specchi antropomorfi, si soffiano seni come fossero trombe
All’uscita vendono cerone
cortesi sapendo che torni
e ti scherniscono mentre ti baciano in fronte.
Davvero non lo so dove sono finiti gli altri.


Aiuole private

Ci sono aiuole private; arrivano cesoie e non sono più un fiore. I bei momenti andrebbero lentamente esasperati. A volte invece è necessario trattenersi, nascondere la mano sotto la camicia, dove mi tenta la scheggia di legno, mi turba lo stimolo dell’appetito.


Nota bio-bibliografica

Valentina Bufano è nata nel 1978.
Nel 2006 è stata selezionata al premio letterario Subway.
Ha pubblicato nel 2005 il libro Caramelle.


Poetica

La depressione di cui ho sofferto per 11 anni ha contribuito a formare la mia poetica. Il poeta che preferisco è Ungaretti, ma amo anche D'Annunzio, anche lui aveva il dono della sintesi. Amo il primo per la sua dolcezza e il secondo per il gusto nel vestire. Quella sì che era vera eleganza.


‘Afinidades’

Alberto Pellegatta

giovedì 3 gennaio 2008

Amerigo Iannacone


(Foto di Attilio Addolorato - Tra la Liguria e il West, dopo il 2000)


Poesie in italiano e in esperanto

Montagne

Cime che fanno corona
immobili antiche maestose
intorno alla casa modesta
raccontano storie remote
di bimbi con loro in simbiosi
di volti da tempo scomparsi
di lavori sofferti ed amati
di canti spiegati nei campi
di cuori protesi al futuro
di fervidi afflati rurali
di affetti immortali.

Montagne indifferenti
al cosiddetto progresso
al codice binario
ai giorni incalzanti e concitati,
con un refolo di vento
con una nuvola bassa
mandano antichi sussurri
del tempo perduto e rimpianto.

14.8.2007 - 20,30


Montoj

Montopintoj kiel krono
senmovaj antikvaj majestaj
ĉirkaŭ la domo modesta
rakontas forajn historiojn
pri infanoj simbioze kun ili
pri malaperintaj vizaĝoj
pri suferataj kaj amataj laboroj
pri kantoj tra la kampoj elmetataj
pri koroj elanintaj al estonto
pri fervoraj ruraj inspiroj
pri senmortaj amsentoj.

Montoj indiferentaj
antaŭ la tiel nomata progreso
antaŭ la binara koro
la tagoj pelaj kaj ekscitoplenaj,
per ventobloveto
per malalta nubo
sendas antikvajn flustradojn
de l’ tempo perdita kaj priplorita.

14.8.2007 - 20,30


L’olmo di Campodimele

Il pluricentenario olmo
della longevità
maestoso
nella piazzetta raccolta e fascinosa
di Campodimele
partecipa dei versi gentili
delle alterne modulate voci
della suggestiva atmosfera
dell’afflato cordiale
e la sua ombra agostana
offre ai poeti vaganti
all’eterna ricerca di sé.

Campodimele, 21 agosto 2007 - La Corriera dei Poeti




Nota bio-bibliografica

Nato nel maggio 1950 a Venafro (Isernia), dove vive con la moglie e i figli, è insegnante di scuola superiore e si occupa di editoria. Ha fondato (1986) e dirige il mensile letterario-culturale Il Foglio Volante-La Flugfolio. Redattore molisano di L’Altra voce, collabora con varie testate. Ha pubblicato testi narrativi e poetici (in italiano/esperanto), tra cui Eterna metamorfosi, Microracconti, Semi (Ed. Eva); sull’esperanto, Da Babilonia a Esperantujo. Considerazioni sulla lingua internazionale (1998) e Piccolo Manuale di Esperanto (2006); su critica letteraria, storia e tradizioni. Traduce dal francese e in esperanto. Su di lui sono usciti i volumi Le “Testimonianze” di Amerigo Iannacone di A. Cervo (2000), Tra crisi di transizione la poesia di Amerigo Iannacone (in Stimolazioni etico-sociali, 2004) e La poesia di Amerigo Iannacone, di L. Selvaggi (on line, 2006). La sua opera è tradotta in varie lingue. Premiato due volte dalla Presidenza del Consiglio per la Critica letteraria, è presidente di giuria di diversi premi letterari.

martedì 1 gennaio 2008

José Leaci










Tre canzoni da leggere e ascoltare







Per ascoltare in MP3 le canzoni
Intanto fuori piove, Anke e La danza della pioggia:






http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendID=128500505


INTANTO FUORI PIOVE
(testo e musica di Leaci José Luigi Guido)

SONO GESU', SONO DIO
VENGO DALLA GALILEA
PER TRUCCARMI COSI'
CI HANNO MESSO GIORNI
E TU NON GUARDARMI PERCHE'
POTREI SOLLEVARE IL MARE CON LO SGUARDO
HO DETTO IL MARE, NON CI CREDI?
ALLORA SENTI CHE FORZA CHE C'E'
NEI MIEI MUSCOLI DIVINI L'ELETTRICITA'
E' UNA COMPONENTE MISERA MA SERVIRA'
AD ACCENDERE LA FIAMMA NEL TUO CUORE
GUARDO L'OROLOGIO
INTANTO FUORI PIOVE
INTANTO FUORI PIOVE

CERCO UNA DONNA E CHISSA'
CHE NON TOCCHI PROPRIO A TE
QUESTA SERA DI PIU'
POSSO DARTI QUEL CHE VUOI
BASTA CHIEDERE E AVRAI
POTREI REGALARTI IL MARE PER UN BACIO
BASTA CHIEDERE E LA LUNA APPARIRA'
MENTRE IL VENTO STARA' FERMO AD ASPETTARE
CHE IL FUOCO BRUCI DI PIU'
NON SI CORRONO PERICOLI STANDO CON ME
SONO COME UN ESTINTORE
MENTRE RIDI GUARDO L'OROLOGIO
INTANTO FUORI PIOVE
INTANTO FUORI PIOVE
INTANTO FUORI PIOVE


ANKE

ANCHE SE NON SONO PROPRIO L'UOMO DEI TUOI SOGNI
IL PRINCIPE AZZURRO, SE MI MANCA UN REGNO
SE NON HO IL CAVALLO, SE NON SONO BELLO

ANCHE SE NON SO CAPIRE COME TIRA IL VENTO
QUANDO PASSA IL CARRO CON IL VINCITORE
IO NON SO APPLAUDIRE IO NON SO SALIRE

ANCHE SE NON HO IL CORAGGIO DI SCALARE IL MONDO
SE HO CERCATO TANTO CHE MI STO PERDENDO
SE ALLE VOLTE TEMO DI TOCCARE IL FONDO

E ANCHE SE A VOLTE HO PAURA DI PERDERE TE
È COSÌ DIFFICILE CONVINCERTI AD AMARMI?
E BUTTA VIA QUEL PO' DI LOGICA CHE ANCORA CI ALLONTANA
E PROVA A SCEGLIERMI DAVVERO
PROVA A SCEGLIERMI COME IO HO GIÀ SCELTO...TE

ANCHE SE HO PUNTATO TANTO E HO PERDUTO TUTTO
SE HO LE TASCHE PIENE SOLO DI PAROLE
E LA MIA FORTUNA SE N'È ANDATA ALTROVE

ANCHE SE NON CREDO A QUELLI PIENI DI CONSIGLIO
SE NON CREDO A NIENTE, SE NON TI ASSOMIGLIO
E IL MIO CUORE È NERO COME UNO SBADIGLIO

E ANCHE SE A VOLTE HO PAURA DI PERDERE TE
È COSÌ DI FFICILE CONVINCERTI AD AMARMI?
E BUTTA VIA QUEL PO' DI LOGICA CHE ANCORA CI ALLONTANA
E PROVA A SCEGLIERMI DAVVERO
PROVA A SCEGLIERMI COME IO HO GIÀ SCELTO TE


LA DANZA DELLA PIOGGIA

La danza della pioggia…
la danza della pioggia…
la senti sopra i tetti…
senti che graffia i vetri…

la danza della pioggia
il cielo si prepara
al liquido contatto
che brividi la pelle…

Vento sono contento se arriva il vento
se c'è la pioggia solamente m'accontento
e allora vento ancora vento
voglio più vento così sbattono le porte
un po' più forte che mi sorrida
e che raddrizzi queste mie giornate storte
un po' di vento mi basta poco
perché lo ammetto che la vita è solo un gioco
mi metto a correre e la vita è solo un gioco

Vento corro contento le spalle al vento
e con il cuore appena appena in contro- tempo
e sento l'acqua sulla mia schiena
mentre il naviglio piano piano cambia scena
ed io lo guardo commosso appena
sentendo l'acqua che alle chiuse si scatena
e l'acqua delle chiuse sembra un fiume in piena
e sul naviglio l'acqua sembra un fiume in piena


Biografia

Ho cominciato a scrivere canzoni a 13 anni, per imitazione. A diciotto anni ho iniziato a comporre seguendo il mio solo gusto e, ancor oggi, sono in evoluzione.
Ho frequentato il corso per autori presso la scuola di Mogol, un corso di scrittura creativa pubblicitaria, ho scritto recensioni cinematografiche per Filmaker’s Magazine e per Icine.it, il sito internet della medesima rivista.
Ho scritto recensioni musicali per una webradio (Radiofficina) che promuove talenti emergenti. Al premio letterario internazionale “Alla luce delle Mainarde”, edizione 2006, mi è stata conferita una menzione speciale per il racconto “Gatti”.
Con due ragazzi romani provenienti dalla musica dance, ho creato un gruppo con due demo all’attivo ed un repertorio di 30 canzoni, ho messo sonorità elettroniche ai miei brani cantautoriali nati “chitarra e voce” e da due anni partecipiamo a concorsi musicali nazionali. Abbiamo un sito internet ed un blog: www.retage.com www.myspace.com/retage dove si posso ascoltare quasi tutte le canzoni e leggere i testi relativi.


Poetica

Sincerità, fretta, bisogno, illusione, ironia, solitudine e ritmo.
Sono un inventore di storie ma sarei stato un regista fulminante perché credo nell’inquadratura storta.
L’arte è un occhio sul mondo, un po’ di riguardo verso i fatti di ogni giorno
che scivolano via senza alcun clamore.
Scrivo per fotografare il quotidiano e, a volte, urlo un’idea in una canzone perché il messaggio prenda peso, forma e sostanza e diventi più importante, spero illuminante, per chi ha l’orecchio buono ma fa finta di non sentire nulla.
Scrivo per raccontare ciò che mi prende in pieno e ciò che mi sfiora, per capire cosa è successo ogni volta e, ogni volta, crescere.